11 Novembre S Martino storia e leggenda

11 Novembre  S Martino storia e leggenda, religione…. Alcune informazioni che leggerete qui sono tratte direttamente dal Libro degli Apostoli, piccola Enciclopedia.

Martino sta per piccolo Marte, il dio della Guerra. Era stato chiamato così dal padre, ufficiale dell’esercito romano volendo osannare la sua professione. Martino però non passò alla storia per gloriose imprese belliche ma per un suo gesto di pietà che diventò simbolo dell’amore cristiano verso i poveri.

11 Novembre S Martino storia e leggenda

 

11 Novembre S Martino storia e leggenda

Martino, appena quindicenne, stava cavalcando nell’incipiente gelido inverno quando, sul ciglio della strada, vide un povero tutto infreddolito e coperto di stracci. Impietositosi, strappo’ in due il mantello e ne diede una parte al povero uomo perchè si potesse coprire.

Quella stessa notte gli apparve in sogno Gesù che lo ringraziava e, secondo leggenda, da quel gesto caritatevole ebbe inizio uno strano periodo di clima mite, la cosiddetta “Estate di S. Martino”.

Era nato a Sabaria nel 316 circa, al limite della pianura ungherese, per i trasferimenti del padre (comandante di una guarnigione a difesa dell’impero romano ) fu durante la fanciullezza a Pavia, città ricca di vitalità e cultura. Qui conobbe il cristianesimo, lo praticò e visse con amore, al contrario dei genitori entrambi pagani. Chiese ed ottenne poi di entrare nel catecumenato.

A quindici anni dovette suo malgrado intraprendere la carriera militare nella guarnigione di Amiens, qui,  nella Pasqua del 334 a diciassette anni venne battezzato, partecipò alla campagna sul Reno con l’imperatore Costanzo e al termine gli venne dato il congedo.

Libero da quegli obblighi, fu in Pannonia e poi a Milano, si isolò per un certo periodo sull’isola della Gallinara, sulla costa Ligure, a Poitiers ove venne fatto sacerdote e dal vescovo Ilario ebbe in regalo una villa a Ligugè che trasformò in monastero.

Quando il vescovo morì nel 371 divenne lui vescovo di Tours, convertì al cristianesimo le tribù barbare dei Galli, pacificò ariani ed eretici, resistette contro chi si voleva intromettere nelle gestioni della Chiesa.

Fu molto amato dai poveri, dalle persone infelici cui fu sempre vicino, meno amato fu invece dai nobili e da quei clericali che amando la tranquillità vedeva in lui troppa intransigenza nel richiedere una vita esemplare ed un’educazione perfetta ed adeguata al ministero.

Il prete Buzio, in particolare, lo calunniava senza scrupoli ed apertamente, ma lui non reagiva e si difendeva solo così: ” Cristo ha sopportato Giuda, e volete che io non sopporti Buzio?”, non dimenticò il monastero comunque, fondò infatti quello di Marmoutier a pochi chilometri da Tours primo centro di vita monastica in Francia.

Morì a Candes l’8 Novembre 397, i funerali si tennero l’11 giorno in cui appunto viene ricordato.

Il periodo che va dall’11 al 18 Novembre può essere, metereologicamente parlando,  caratterizzato da giorni di tepore e sole che non farebbero pensare al freddo rigido dell’inverno. Si dice infatti che nel giorno in cui Martino si tagliò il mantello, improvvisamente comparve il sole e cambiò la temperatura. Questa leggenda la si ritrova in modo particolare in Sicilia.

In Sicilia come in altri posti ha inizio la svinatura, anche per questo Martino viene considerato il santo protettore degli ubriachi.

In provincia di Palermo c è l’usanza per cui i parenti di futuri sposi fornirebbero loro il necessario per ripararsi dal freddo dell’Inverno, occorrente per la casa; per tutto il giorno c’è un andare e venire di parenti ed amici che fanno visita portando doni e ceste ripiene di ogni cosa, il tutto accompagnato da musica e canti, un modo per celebrare il valore della famiglia.

Per tradizione ci sarebbe un S. Martino dei ricchi, l’11 appunto, ed uno quello dei poveri sette giorni dopo proprio per dare loro più tempo per racimolare il denato necessario ad imbandire la tavola degna del santo. Tutti comunque non rinunceranno ad inzuppare il classico loro biscotto (  sammartinello ) nel moscato (muscatu ) questo per rendere onore a chi si è messo dalla parte del bisogno ed in empatia con tutti.

In ambito culinario troviamo varie qualità di biscotti per festeggiare questo periodo, ad esempio  i sammartinelli  tricotti più duri essendo cotti tre volte, dallo stesso impasto si ricavano i rasco più morbidi perchè cotti una sola volta ed i panciuti.

Fare S. Martino oggi, significa fare il trasloco, anni indietro chi perdeva il lavoro era costretto invece in questo periodo ad abbandonare la propria casa con tutti i propri poveri averi.