Anno 2020 anno da ricordare

Anno 2020 anno da ricordare

Sono trascorsi ormai due anni da quel FAMOSO 21 Febbraio 2020, qualcuno di voi riuscirà mai a dimenticarlo?

Io assolutamente no, mi è impossibile ! E allora perchè ,vi chiederete, ho scritto “anno da ricordare”? presto detto, per come l’ho vissuto io!

L”ho sofferto tanto” ma mi ha dato anche tanto e sicuramente lo ricorderò anche per questo.

Faccio parte di quella schiera di persone non più giovincelle che ha alle sue spalle parecchie esperienze di vita ma mai e poi mai avrei immaginato qualcosa del genere, di vivere una PANDEMIA, una pandemia non si sa bene da chi o da cosa causata.

Supposizioni se ne sono fatte tante, interrogativi ce ne poniamo ancora tanti, ognuno pensa o dice la sua, risposta certa improbabile, e forse non l’avremo nemmeno in un immediato futuro.

Ognuno crede e detiene le proprie presunte verità, da esperti del campo alla persona più comune come me, ma lasciamo questo argomento a chi è del settore.

Per esperienza personale credo non saprò mai capacitarmi di come mi abbia toccato mi abbia influenzato, psicologicamente parlando, questo sconosciuto imprevedibile virus che tante morti ha causato, tante famiglie distrutte ha lasciato!

Di questo sono certa, ho apprezzato e sentito veramente col cuore i rari momenti di condivisione pure con le ristrettezze coi miei cari, anche le feste passate a vederci con videochiamate, il prendere il regalino di Natale col cuore senza correre come pazzi di qua e di là, hanno avuto tutto un sapore, un’importanza differente.

E ancora non ne siamo fuori e se tanto mi da tanto le generazioni future se lo porteranno dietro come retaggio, scomoda eredità di mesi non vissuti e vissuti per chi dal destino funesto fortunatamente non è stato toccato.

Se qualcuno che mi leggerà e se mai lo farà ha fatto o fa parte ancora dei primi sbandieratori NO/COVID e NO/ VAX non me ne vogliano ma non gli conviene rimanere su queste pagine, non saranno sicuramente a sostegno delle loro idee. E questo lo sottolineo proprio nel RISPETTO ma non certo CONDIVISIONE del loro pensiero.

Quel famoso 21 febbraio era ed è anche il giorno del mio Anniversario di matrimonio. Mia figlia, anche se giorno feriale quindi lavorativo e nonostante abbia orari a volte impossibili, a tutti i costi avrebbe voluto festeggiare come sempre o fuori o in casa.

Io non me la sentivo, che dire? ero agitata, nervosa. Mi fa paura a volte doverlo ammettere ma era come se presagissi qualcosa e di infausto.

Poche ore dopo la mia ragazza ( medico all’Ospedale di Piacenza) mi comunica con voce strana e con rabbia quello che stava succedendo e da lì in poi sarebbe cambiato tutto, si sarebbe catapultato il nostro normale tenore di vita.

Rabbia? si rabbia….qualche tempo prima ricorderete, erano stati ricoverati a Roma gli sposi Cinesi che si ritennero in primis i primi contagiati da COVID e  che se la sono poi egregiamente cavata ed io, con tanta convinzione, ero uscita con questa infelice considerazione…”prima o poi si diffonderà e verrà anche da noi”.

Rabbia e sconcerto, non l’ho mai sentita e neppure mai vista così  impotente, come tutti noi del resto e soprattutto come tutti gli operatori sanitari, qualunque tipo di mansione svolgessero.

Nel più completo sconforto, nella più completa ignoranza di fronte a quel nemico sconosciuto ed agguerrito, di fronte a persone che arrivavano in fin di vita, senza che ci fosse a disposizione una cura mirata, con miriadi di idee differenti contrastanti non sicure,  mai provate e sperimentate in qualche modo si doveva andare avanti.

Senza protezione alcuna, col rischio di ammalarsi a loro volta e, una volta a casa, con la legittima umana paura  di fare ammalare senza saperlo i familiari.

Mascherine, distanziamento, gel guanti sono diventati i compagni inconsueti del nostro quotidiano, le chiusure, e poi di tutto e di più insomma.

Senza vedersi, o vedersi a distanza, vivere in stanze separate per chi era parte dell’ambiente ospedaliero per paura di contagiare i propri figli o consorti…..insomma, non è il caso di mettere il dito nella piaga, tutti in prima persona sappiamo come abbiamo vissuto quei primissimi momenti destinati a prolungarsi con alti e bassi per mesi.

Fino a estate quando sembrava aprirsi uno spiraglio o lo si voleva vedere a tutti i costi,  ho vissuto veramente in modo più che negativo la cosa, il costante pensiero che mia figlia si potesse ammalare, il suono martellante e straziante delle sirene delle ambulanze che in fila indiana, a passo d’uomo,  ininterrottamente mi passavano nel Viale sotto casa, il sanificare ogni cosa che venisse da fuori, quel silenzio quasi irreale della gente chiusa tra quattro mura, mi affacciavo alle finestre uscivo sui balconi e vedevo una stazione vuota il silenzio di una città  muta, città fantasma come ovattata dalla neve.

E venne la primavera, i primi mesi estivi e con essi un’apparente e sopravvalutata convinzione ( essendo, per la stagione calda, apparentemente e ripeto solo apparentemente migliorata la situazione ) che la cosa fosse ormai superata e per i NEGAZIONISTI la super rinnovata convinzione che fosse passata questa influenza diversa da quelle solite cui eravamo abituati.

Ma, come si sa, non è tutto oro ciò che luccica…..mia figlia era riuscita a staccare per un fine settimana con l’intenzione di fare poi qualche giorno insieme ad agosto ma che succede? con la libertà eccessiva con i riguardi non seguiti, assembramenti, mascherine non usate, notti in discoteca….tutto ritorna e peggio molto peggio di prima.

Medici infermieri ogni lavoratore ospedaliero viene richiamato all’ordine, chiusure divieti, l’Italia divisa in regioni città gialle rosse a seconda dei contagi, della pericolosità e rischio….insomma si fa ritorno a ondate su ondate come le prime se non peggio.

Ed in questo periodo se ne sente di ogni contro il governo contro l’ambiente ospedaliero….contro il governo che ci vuole togliere la libertà, rovinare ad esempio il Natale ai bimbi che non potranno trascorrerlo coi nonni e questo è si vero ma, tanto difficile da comprendere? solo per tutelare gli anziani, i più fragili.

” I medici si sono inventati questo virus fin dall’inizio, ad ogni ricovero dichiarato ” Covid” vengono pagati di più.. se il disubbidire alle regole fa peggiorare la situazione chi se ne importa se aumentano gli ammalati e conseguentemente il rischio anche di chi li cura? queste non sono persone da tutelare, se vengono contagiate non dispiacerà a pochi visto che l’hanno scelto loro il mestiere!” Queste tra le tante cose che ci siamo sentiti dire!

Si cade nell’aberrazione più totale, totale mancanza di rispetto, ottusità visiva e mentale, eppure il personale Ospedaliero va avanti ogni giorno, ogni mattina con fiducia coraggio determinazione, proteggendosi solo con guanti tute gel distanziamento nei limiti del possibile, armati di tanta pazienza.

Alcuni medici, non essendoci prospettiva immediata per una cura precisa e mirata, come l’insigne DOTTOR CAVANNA ( primario di Oncoematologia a Piacenza con cui lavora mia figlia ) tenta e con successo la cura a domicilio.

Con la sua equipe in prima persona percorre kilometri e kilometri per raggiungere le zone più impervie e a volte quasi inaccessibili delle nostre colline e montagne, d’inverno, con il freddo la neve, per portare le prime cure domiciliari e se prese in tempo, salvare vite umane alleggerendo di conseguenza anche il PS, la Terapia INTENSIVA  che più volte hanno rischiato di collassare e chiudere.

Incomincia ad intravedersi, a conseguenza delle restrizioni chiusure orari ridotti.., l’inevitabile problema economico. Per carità, sono la prima ad affermare che è stato ed è un gran problema quello del lavoro ma, giusto per non discutere su di una problematica tanto importante e delicata, preciso solo che senza salute purtroppo non si può lavorare e certe decisioni sono state forse necessarie ed inevitabili.

Finalmente per alcuni e inutilmente per altri si è scoperto il primo VACCINO, con tutto quello che ne è conseguito.

Oggi siamo qui ancora a combattere con varianti della variante, con chi non crede o chi crede alla “insolita” influenza, ora come ora posso solo dire GRAZIE all’ambiente al personale medico e di ricerca se al mattino ci si può svegliare con un sorriso in più ed una parvenza di normalità.

Questo è il mio pensiero, questo è il mio modo oggi di festeggiare due anni di Pandemia ed il mio Anniversario di Matrimonio.