INTENSO COME UN RICORDO

Intenso come un ricordo, Jodie Picoult, intenso come un ricordo ha inizio da una conoscenza, ma andiamo per gradi…..

 

 

 Intenso come un ricordo

Intenso come un ricordo

 

……..Non  so cosa ti abbia fatto questa persona, e non sono sicura di volerlo sapere. Ma perdonare non è qualcosa che si fa per qualcun altro. E’ qualcosa che si fa per se stessi. Equivale a dire: Tu non sei così importante da potermi stringere in una morsa. Equivale a dire: Tu non puoi rinchiudermi nel passato. Io ho diritto a un futuro…..

L’ ho appena terminato, da leggere e rileggere, al di là della trama, ci porta a conoscenza di fatti, di storia, che non conosciamo mai abbastanza, a dilemmi umani e di fronte a scelte anche se per fortuna non così drastiche che ogni giorno si potrebbero presentare anche a noi, nel nostro normale quotidiano.

Chi leggerà il libro….avrà proprio all’ultimo una grande sorpresa. Molto molto bello e toccante, sull’olocausto, crudo per certi tratti e per la difficile posizione in cui verrà messa la protagonista _ Sage_ del romanzo, per le scelte che dovrà e vorrà prendere, di forte impatto la figura della persona_ Josef ?_Reiner ? che si metterà volontariamente sul suo cammino e che la porterà e la guiderà verso una svolta da cui più nessuno ritorna e che porrà fine a tutta una tristissima dolorosa storia.

Sage Singer, dopo un tragico incidente ed essere stata in questo sfigurata proprio in viso, dopo avere perso il padre e la madre e non avere contatti particolari con le due sorelle trova, già di natura solitaria e schiva, un’apparente serenità di notte, lontano dal mondo dai rumori e dalle curiosità, lavorando come panettiera, all’oscuro da tutto e da tutti.

Mary è la sua datrice di lavoro ma anche la sua unica amica e confidente, l’unica persona cui riesce senza vergogna a farsi vedere a viso scoperto, a fare vedere quella cicatrice fonte di tanti ricordi.

E poi c’è Adam, l’uomo con cui esce, l’uomo sposato che proprio per questo non la coinvolge più di tanto in un rapporto o relazione importante, sapeva che la cosa era sbagliata, si sentiva in colpa, ma una come lei, con un viso così, doveva prendere al volo per essere amata quello che il destino al momento le offriva, questa era la sua giustificazione, questo le alleggeriva la coscienza.

In questa normalissima e noiosissima routine entra a scombussolare un po’ tutto un novantenne, Josef  Weber, così dice di chiamarsi, con la sua inseparabile cagnolina Eva.

Insieme frequentavano lo stesso gruppo di sostegno per l’elaborazione di un lutto, e da qui, da questa conoscenza e frequentazione, le cose incominciano a cambiare, la sua vita comincia a prendere tutt’altra direzione, verso un viaggio nel passato suo e della sua famiglia, un viaggio nella storia, più precisamente una storia ebraica.

La nonna paterna infatti era,  non solo ebraica, ma un’ebrea sopravvissuta all’olocausto, nulla l’avrebbe fatto pensare quando nonna e nipote si incontravano, non c’era atteggiamento comportamento che potesse tradirla in qualche modo, e quel numero che aveva sul braccio e che lei aveva visto da piccola, era null’altro che il suo numero di telefono, questo serenamente le era stato detto.  Per il resto sapeva poco o niente, nonna non ne aveva mai parlato e non ne parlava mai.

Quando la conoscenza tra i due cominciò a farsi più stretta e le confidenze più intime Josef alla fine rivela il vero motivo per cui l’aveva cercata seguita ed avvicinata, aveva bisogno di lei proprio di lei, quella ragazza l’avrebbe dovuto aiutare a morire perché lui meritava di morire.

Questo gli raccontò, lui uno stimatissimo professore di Liceo una volta era stato un feroce assassino nazista, decimatore di ebrei durante la seconda guerra mondiale, da non credersi ma questo era lui, questa era la vera faccia della sua persona e con questo peso non riusciva più a convivere.

Quanto alla nonna ( era andata a trovarla nella speranza di sapere qualcosa ) non era facile per niente farla aprire, non che non ricordasse, ricordava eccome, solo che voleva dimenticare, per questo non aveva saputo mai nulla, lei la nipote, del passato a cui miracolosamente era sopravvissuta e nemmeno ora, era riuscita a scucirle qualcosa.

Anche l’amica doveva prima o poi essere messa al corrente di quanto di anomalo e sconcertante le stava succedendo,  Mery si era accorta del suo turbamento, del suo lavorare svogliato ed incostante alla panetteria, doveva giustamente conoscere cosa le stava capitando, cosa l’angosciava e l’allontanava dai suoi normali quotidiani doveri.

Da questo momento in poi il romanzo si snoda in tutt’altra direzione, la vita di Sage viene spostata in modo altalenante tra presente e passato, un passato anche personale, visto che le sue origini erano ebraiche e che proprio per questo era stata scelta, chi meglio di lei infatti avrebbe potuto e dovuto fare giustizia anche se a distanza di tempo?

Non sarebbe stata poi tanto contraddittoria o insensata la cosa, ed è a questo punto della storia che entra in scena  Leo…… da qui inizieranno le ricerche , certo che sì, ci sarebbero state delle ricette, prima di muoversi o di agire in qualunque direzione si sarebbe dovuto trovare qualcosa di attendibile a conferma della ” strana ed anomala” confessione di Josef, era doveroso conoscere fino a che punto le sue dichiarazioni potessero essere considerate credibili, attendibili o non solo il frutto di una mente disturbata e malata, o perché no anche di un impostore!

E fu a Leo Stein, appunto, che si rivolse e raccontò tutto, in cerca di aiuto e risposte, la giovane sconcertata Sage!

 

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