E fu la volta di Mitzy una birba di gattina

E fu la volta di Mitzy una birba di gattina, trascorsero degli anni ancora dalla perdita di Ketty e” l’imposizione da parte di Mitzi” povera sfortunata che rimase con noi per un brevissimo tempo, prima di conoscere Kimmy!

Era da un po’ che sentivo il desiderio di prendere un’altra bestiolina, qualcosa comunque mi bloccava sempre. Quel giorno, esattamente il 6 Luglio festa di S. Antonino, festa del patrono della nostra città _Piacenza_, mi trovavo a gironzolare per le strade e viali per l’occasione allestiti a festa appunto, con bancarelle ed attrazioni di ogni genere.

E fu la volta di Mitzy una birba di gattina
E fu la volta di Mitzy una birba di gattina

 

 

E fu la volta di Mitzy una birba di gattina

Tanta confusione tanto rumore tantissima gente come si può ben immaginare in queste ricorrenze, ciò non mi impedì comunque di avvertire in lontananza quel melodioso caratteristico e tanto amato miagolio.

E già, forse fu l’ultimo anno perchè non mi pare di averlo visto più, avevano allestito il banchetto adozioni del gattile della città! La tentazione ad avvicinarsi era forte, cercavo di sviare, di girare da un’altra parte, ma la ressa e soprattutto l’istinto mi portavano verso quel suono melodioso, tanto caro e conosciuto, mi spingevano proprio nel punto dove tanti micini attendevano di trovare casa e una famiglia, come fosse il richiamo delle sirene di Ulisse.

Ed eccomi lì davanti….gabbiette, signori incuriositi, ed il Rsponsabile che guarda caso conoscevo bene essendo stato un vicino di casa con in mano una micina bianco_grigia che si divincolava come una furia scatenata nel tentativo di scappare mentre il Signore in questione cercava di riprendere il fratellino che a sua volta si dava da fare per uscire dalla gabbietta aperta mentre la mamma sonnecchiava tranquilla.

Alle fine della storia avvenne che mi ritrovai con la gattina in braccio intanto che il conoscente cercava di ripristinare l’ordine iniziale e a compilarmi poi ( come si poteva immaginare ) la carta d’adozione.

Andò proprio così, la piccola Mitzy tutta voce come Ketty in precedenza si “era autoimposta”, mi si era abbarbicata e non ci fu verso di rimetterla in gabbia con la mamma e i fratellini. O forse ero io che non volevo staccarmene? Diciamo che ognuno di noi fece la propria parte, ero stata scelta ed io la volevo. Anche se, devo confessare, felice la ero ma con una certa ansia mista a paura. Un sesto senso? Un avvertimento? a pelle c’era qualcosa che non andava, non ero tranquilla e sinceramente non ne capivo il perchè. Anche quando fummo a casa, temevo scappasse, si facesse male, ero sempre sul chi va là, a disagio, non serena e non era da me che non sono particolarmente apprensiva soprattutto senza un palese motivo.

Un piccolo esserino nei suoi primi mesi di vita, tenerissima, bella, veramente bella, simpatica e soprattutto birbante! In una scatola e con qualche bustina di pappa ce ne tornammo a casa.

Per qualche giorno fu tutto ok, ambientata alla perfezione, discola, vivacissima, ed allo stesso tempo affettuosa e di compagnia ma, come in tutte le favole, era troppo bello per essere vero!

Quella di Mitzi durò pochissimo, non ci crederete ma fu una favola di pochissimi giorni, per l’esattezza tre…incominciò a non stare bene ( sorvolo sui dettagli ), corsa alla Clinica, la trattennero, a casa non era possibile curarla.

Come da accordi, la riprese in carico il personale del gattile, una mattina chiesi notizie prima di andarla a vedere, ma mi stavano giusto avvisando che la piccola non c’era più! Una malattia fulminante, presa dalla madre portatrice sana, l’aveva stroncata in pochissimo tempo.

La piccola era passata da noi come una meteora e come una meteora se n’era andata! aveva portato una ventata d’allegria, e venendo a mancare se l’era portata con sè. Passarono ancora degli altri prima di Kimmy.