Ed arrivò la piccola Kimmy

Ed arrivò la piccola Kimmy piccola sì perchè quando l’adottammo aveva circa tre mesi. Io, sinceramente, da un lato desideravo con tutta me stessa un altro micetto ma, viste le esperienze precedenti, non ero molto serena e tranquilla al riguardo.

Con il senno di poi posso dire che le più interne sensazioni non sbagliano mai. Ma andiamo per gradi. Mio marito avvertendo il mio sincero bisogno _misto anche a timore_di vedere girare e saltellare per casa un altro animaletto una domenica mattina del Giugno di due anni fa passò al gattile, mi telefona ed io cascando dalle nuvole afferrai che era andato lì con l’intenzione di prendere un micetto e di portarmelo a casa.

Il micetto in questione era una bellissima gattina bianco e grigio argentata, il suo nome era Kim io la ribattezzai Kimmy. E Kimmy fu la nostra gioia ma per poco tempo. Affettuosa oltre ogni dire, la notte appena arrivata il lettone divenne il suo o, per meglio dire, la mia spalla divenne la sua. E questa era la sua postazione quando mi stava distante, se no si accovacciava accanto seguendomi in ogni spostamento che facevo muovendomi nel sonno. In poche parole ” mi correva dietro” . E questo sarebbe niente, non parliamo del concertino di tutta notte, mai sentito un gatto fare fusa più rumorose, un vero piacevolissimo concerto.

Ed arrivò la piccola Kimmy
Ed arrivò la piccola Kimmy

Ed arrivò la piccola Kimmy

Questa che vedete è appunto la piccola Kimmy il giorno stesso dell’arrivo, perfettamente ambientata,  giocherollona, intelligente, socievole, capace di salirmi sulle spalle arrampicandosi da terra su tutta la schiena, lasciandomi il segno delle sue adorabili unghiette.

Ed incominciò la nostra vita con lei, tranquilla, normale fino a Dicembre fino a che comparvero le prime inimmaginabili _per la gravità_ avvisaglie, giusto per fare un esempio le si era chiuso un occhietto senza un palese motivo. La portammo dalla Veterinaria solo che nel frattempo tutto era tornato alla normalità e nemmeno il dottore seppe dare una valida motivazione alla cosa.

Tutti gli anni, come da tradizione, l’otto di Dicembre giormo della Madonna cominciammo con un nuovo entusiasmo ( c’era la nostra nuova bimba ) a fare albero e presepe e, come da manuale, l’albero fu ovviamente subito una sua conquista. Devo dire comunque che Kimmy era molto intelligente e soprattutto ubbidiente, per cui non fu difficile farle perdere il vizio. Ma c’era qualcosa che non andava, stava delle ore dentro la scatola dell’albero di Natale, pensammo fosse un gioco, lo sappiamo quanto i gatti amino le scatole scatoline e scatoloni, ma riflettendoci poi non era normale ci stesse per delle giornate intere.

Era questione di qualche giorno, a breve avrei dovuto farla sterilizzare nel frangente avrei fatto presente anche quello strano comportamento. Sterlizzare i gatti è una cosa normalissima oggi come oggi oltre che un dovere nei confronti di queste bestiole, ma la sera prima ero agitatissima passai una notte insonne con lei piccolina dritta in piedi dietro la sponda del letto.

Spesso e volentieri ultimamente aveva di questi atteggiamenti, con lo sguardo perso nel vuoto guardando sempre verso un punto fisso come vedesse qualcosa o qualcuno che in realtà non c’era.  La mattina_ l’ho ancora a mente_la spazzolai per bene dopo che poverina si era avvicinata sconsolata e delusa alla sua ciotolina vuota, come sappiamo doveva essere a digiuno. E poi nella sua gabbietta, in macchina. Tra me e me mi dissi…forza, tra qualche ora è tutto finito. E fu  così infatti ma nella maniera più tragica e inaspettata.

Paola, la veterinaria che l’avrebbe operata, mi assicurò che appena fosse stato possibile mi avrebbe avvisato e così fu….ma era troppo presto per avere delle belle notizie, non poteva essere già stata operata e meno che mai essersi già risvegliata!  le sue parole mi risuonano ancora nelle orecchie ” non abbiamo potuto operare…. ” vi risparmio i dettagli e tutto il resto!

Credo sia stata la decisione piò dolorosa della mia vita…Kimmy aveva il coronavirus conclamato sviluppato ed in atto, se qualcuno e spero vivamente di no è a conoscenza di questa micidiale e mortale malattia può comprendere il dramma che ho vissuto.

Dovevo fare una scelta, portarla a casa in quelle condizioni senza poterla curare, vederla soffrire e spegnersi poco alla volta divorata da quel male, o lasciarla andare risparmiandole ulteriori inutili patimenti. E poi la corsa alla clinica dove l’avevo lasciata solo qualche ora prima per vederla su quel lettino, parlarle per l’ultima volta, mentre lei che stava per svegliarsi seguiva con lo sguardo inconsapevole ( o forse lo intuiva? ) la provenienza della mia voce. Un ultimo bacino su quel testino bianco_grigio, tra un fiume di lacrime e singhiozzi, tra domande senza risposta, tra inutili sensi di colpa dove l’unica colpa era quella di essere inermi impotenti di fronte ad un simile ingiusto destino.

Ma dovevo lasciarla andare quella povera piccola, Kiimmy, la mia piccola di soli sei mesi non doveva soffrire ( perchè sarebbe stata sempre peggio ) per uno stupido egoismo o per la presunzione di poter fare qualcosa solo con l’amore l’affetto la cura la dedizione. Di fronte a certe cose anche l’amore e sacrificio più grande devono fermarsi impotenti ed increduli.

Dopo, quante domande senza risposta, quanti pianti, quanti perchè irrisolti! Sensi di colpa ancora mi assalivano… se…avrei potuto…forse…ma non c’era null’altro da fare che lasciarla andare, contro una” bestia di male simile” non ci sono test sicuri non c’è diagnosi precoce e SOPRATTUTTO non ci sono CURE, ma solo terribili tremende inesorabili sofferenze.

Anche ora che sto scrivendo, non mi vergogno a dirlo, mi vengono le lacrime agli occhi, anche se ho qui vicino a me Mimy, Kimmy sarà sempre la mia povera sfortunata Kimmy. Ma forse una piccola fortuna l’ha avuta nella sua breve vita, per il poco tempo vissuto con noi è stata veramente accudita amata coccolata, e lei ” dal Paradiso degli angioletti animali” lo sa e sono sicura che ci sorride.

Non potevamo fare altra scelta, per lei!