Il gatto che aggiustava i cuori

Il gatto che aggiustava i cuori di Rachel Wells  da dove è venuta l’idea di comprare questo libro ed il seguito che leggerò a breve?

Non è venuta a me l’idea ma a mio marito, in occasione della scorsa S.Lucia, quale regalino pensiero migliore di un libro? ormai mi si conosce da una vita, un libro è sempre in qualunque momento e per qualunque circostanza ultra gradito ed indovinato.

E poi quale connubio migliore di libro_gatto? si fa proprio bingo con me, lettura gatti mare sono la completezza in assoluto. 

Il gatto che aggiustava i cuori

 Il gatto che aggiustava i cuori 

Quando ho aperto il pacchetto regalo ed ho visto il libro se devo essere sincera la copertina non mi ha entusiasmato più di tanto, questo gattino rossiccio e tigrato che spicca su di uno sfondo di un verde scuro non mi è piaciuto in modo particolare.

Questo miciotto dall’aria seria accigliata ( almeno è questa l’impressione che provo ogni volta che lo guardo) sembrava fissarmi con un che di triste, indagatore, pensieroso e preoccupato…..allo stesso tempo a fianco si legge Se ti senti solo, fidati di me. C’è sempre una sorpresa ad aspettarti.

Era forse quello il messaggio che voleva fare arrivare?

L’ inizio sono sincera mi ha un tantino delusa, forse sono abituata ad un altra tipologia di esposizione, poi pagina dopo pagina l’interesse aumentava, era come un immedesimarsi poco alla volta in questo animaletto che dalla sua casa e da signore della sua casa, alla morte della padrona, per non soccombere alle deleterie decisioni di certi umani, si trova a dovere scegliere da solo il suo destino.

Si trova a dover scegliere tra mille traversie, a buttarsi allo sbaraglio in un mondo nuovo tutto da scoprire, pericoloso anche, ma che gli avrebbe assicurato la libertà e la fierezza della sua indipendenza, trovando nel suo nuovo percorso di vita  non una casa ma più case, non una famiglia ma più famiglie da cui avrebbe ricevuto ma a cui avrebbe anche anche dato tanto.

Perchè è così il rapporto tra gatto ed umano, un continuo mutevole scambio tra dare e ricevere, una continua e vicendevole conoscenza, un arricchimeno e mutuo scambio di affetto e reciproca fiducia, ed io lo vedo nel quotidiano con la mia Mimy.

Mi trattengo dal dilungarmi troppo come il più delle volte sono solita fare, questo è un libro che va letto non raccontato.

ALFIE questo è il suo nome, tipico gatto da divano, accudito e coccolato si trova da un momento all’altro catapultato in un nuovo mondo, alla morte della padrona non troverà una seconda casa, la “sua” andrà venduta, e in casa della figlia non c’è posto per lui,  ci sono i cani, non resta che il gattile.

E’ a questo punto che scatta la molla, diventerà un gatto libero, conoscerà il mondo, alla ricerca magari di una nuova abitazione, ma al gattile no. Nel suo vagabondare incontra il gatto Bottone che, salvatolo da una brutta avventura, lo indirizza verso zone più tranquille  a Ovest della città, zona tra le più belle e soprattutto più abitate.

La svolta per lui si ha quando si ritrova in Edgar Road, è qui infatti che incontrerà e si scontrerà con altri mici, farà amicizie ed inimicizie, studierà le abitudini degli umani per trovare non una ma più case dove intrufolarsi, ricevere calore amore cibo e riaparo, ma soprattutto dove osservando in silenzio riuscire a capire le loro problematiche le loro sofferenze ed in qualche modo aiutarli a trovare la soluzione per venirne fuori.

Sulle prime queste persone, tutte prese dalle loro preoccupazioni e da situazioni irrisolte, sembrano non prendersi particolare cura di lui, lo accettano quasi con passiva indifferenza, poco alla volta però avvertono che Alfie non è un gatto comune, piano piano se non lo vedono ne sentono subito la mancanza, quando c’è la sua presenza la si avverte in modo particolare, quando non si fa vedere o ritarda nel suo passare da una casa all’altra, la mancanza viene sentita ancora di più. Perchè lui ha una marcia in più, è un gatto speciale, non si sa come ma intuisce riconosce i desideri più nascosti delle persone con cui viene in contatto.

Ed ecco Claire, bisognosa d’affetto sola dopo la fine di un rapporto, che si consola con qualche bicchiere di troppo o nell’apatia più completa o peggio ancora nelle conoscenze più sbagliate di chi si approfitterà del suo momento di fragilità. E poi c’è Jonathan solitario scontroso diffidente ma pure sempre bisognoso d’affetto, ed altre due famigliole da poco venute ad abitare in quella zona, ognuna coi propri problemi di ogni giorno e di adattamento.

Per tutti loro diventerà una presenza insostituibile di cui non riusciranno più a fare a meno. Il bello è che in tutta questa storia ognuno di questi personaggi pensa di essere il solo unico padrone di Alfie, nessuno di loro verrà a sapere se non alla fine del romanzo che in realtà questo micione particolare intuitivo sempre presente che influenza non si sa come i loro pensieri ed indirizza in qualche modo verso scelte più giuste per loro, in realtà è di tutti e di nessuno.

Tutti i giorni si divideva un po’ tra l’uno e un po’ tra l’altro, sempre presente con tutti , di più o di meno a seconda del momento e del bisogno di ognuno al punto di, per salvare la sua Claire, mettere in serio pericolo la sua stessa vita, ma non gli importava pure di raggiungere il suo scopo, a casi estremi estremi rimedi.

Questo è certo comuque, che non avrebbe mai dimenticato la sua origine la sua vita di gatto da casa, meno che mai la sua padrona e la sua amica gatta che assieme a lui avevano goduto per tanto tempo del caldo dell’amore della compagnia di quella mamma umana che ormai da un anno non c’era più.

Era anche merito loro se era diventato il gatto che era, aveva ricevuto amore era stato capito e coccolato e parte di questi sentimenti era ora in grado di trasmetterli ad altri come da altri li aveva ricevuti. Senza dimenticare naturalmente di dire ” grazie” a tutte le vicissitudini in cui si era trovato che l’avevano temprato ed aiutato a diventare il gatto nuovo che era, capace di difendersi e camminare possiamo dirlo sulle proprie zampe.

Giudizio?

E’ un libro scorrevole, lettura  leggera, non stanca nemmeno dopo tante pagine, anche se come ho detto all’inizio il modo di esporre non mi faceva impazzire. L’ho trovato pesante, poi piano piano mi ci sono abituata e la lettura è scivolata via. Credo possa piacere a chi ama queste bestiole, alcuni punti potevano essere forse approfonditi, ma forse ci si sarebbe allontanati dallo scopo del libro, l’attenzione al personaggio principale, il gatto appunto in tutte le sue traversie, e sfaccettature comportamentali. Ve lo consiglio, passerete ore piacevoli e poco impegnative, vi distrarrà per un po’ di tempo, terminandolo con un sorriso sulle labbra.